lunedì 14 gennaio 2013

Un Presidente monarchico


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Per tenere a bada la maggioranza che si era fatta (o era stata fatta) minoranza, nel 1946 fu eletto Presidente della Repubblica neonata un monarchico.
Tipiche stravaganze del mos italicum e raffinata scelta politica.

De Nicola non incarnava l'anima del patriottismo repubblicano, litigava con il Presidente del Consiglio De Gasperi, fuggiva periodicamente verso casa sua ed era scapolo.


Ora, Lui "come Einaudi, pens[a] che lo Stato spenda meno bene i soldi rispetto a quanto possono fare i cittadini" e non dubitiamo del fatto che non faticherebbe a far scrivere "La tv del Presidente" sotto il bollino di Canale 5.
Tuttavia, è chiaro che, immaginando un Cavaliere Capo dello Stato, la mente - che funziona per analogia e per contrasto - corre a chi ha sempre palesato la propria profonda disistima nei confronti della magistratura (spinta fino alla guasconata dell'invio dei Carabinieri a Palazzo dei Marescialli.).

Goliardia e forzature a parte, l'idea di sperimentare un nuovo genus di Presidente della Repubblica, in aperto contrasto con la maggioranza politica, non deve essere pregiudizialmente abbandonata perché Lui è un impresentabile.

I 100 costituzionalisti che ogni mese (fino al 2011) firmavano l'appello contro le leggi vergogna saranno ben lieti di indagare sui suoi rinvii alle Camere, sui suoi rifiuti di firmare i decreti, sulle sue esternazioni.

Per ora, però, l'argomento va affrontato in sordina, preparando i lettori di Repubblica ad un accordo che, deo gratias, andrà fatto ad urne chiuse.

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