venerdì 4 gennaio 2013

La cazzata

Dice Giuliano Ferrara, in sintesi, che renzi ha fatto una cazzata.
Secondo lui, l'errore consiste nel non aver fatto pesare i propri numeri per avere una pattuglia di "amici" degna.

Noi la pensiamo diversamente.
La cazzata s'invera nella velleità (più che vocazione) maggioritaria del PD, frutto di una serie di complessi di inferiorità stratificati negli anni:

  1. lo zapaterismo (prima, tanto prima che ormai ce ne siamo scordati e quando si è dovuto dimettere l'eroe per aver messo in ginocchio il suo Paese nessuno più si ricordava dell'1 por ciento de su carisma).
  2. il blairismo, solo recentemente derubricato "figura fallimentare" dall'ala amputanda.
  3. l'eterno amore per il grande partito democratico americano, buffonescamente incarnato nelle giravolte weltroniane.
Il risultato di questo psicodramma collettivo che ha afflitto le generazioni post bolognine è il Maxi-partito unico in cui tutte le voci trovano spazio,
chi sgomita meglio e si libera di D'Alema comanda,
e alla fine Prodi fa il Premier o, nella versione moderna, il Presidente della Repubblica.

Vi siete persi?
Allora concludiamo.

La cazzata che impedirà a renzi di riversare nel PD i voti dei suoi personali sostenitori è la scelta di non dar spazio a liste farlocche tipo Fratelli di Ignazio e Grande Micciché :
per sconfiggere i montiani e tenere nel centrosinistra i voti degli ichiniani bisognava dare agli elettori la possibilità di rendere visibile la loro scelta dissenziente rispetto alla linea del Soviet centrale.

Far smanicare il piccolo matteo dalla gruber servirà a poco.



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