sabato 18 dicembre 2010

Il principale dittatore dello schieramento a me avverso

Il principalespontentedelloschieramentoammeavversismo veltroniano era già stato sepolto dai "vergonia" di Bersani (imitatore di Belpietro-Paiella), oggi l'estremista Franceschini ha ufficializzato l'adesione delle Nuove Fiamme Verdi all'ultimo CLN lanciato dai prefascisti-futuristi.

Premessa maggiore: il Presidente del Consiglio era riuscito a stemperare la tensione facendosi sfregiare da uno spostato che come pugnale per il tirannicidio brandiva una statuetta del Duomo di Milano.

Premessa minore: gli studenti-manifestanti, in maniera del tutto originale, hanno deciso di utilizzare i monunmenti della storia patria come strumento di lotta contro una politica vecchia e corrotta che non li ascolta e continua a votare in modo del tutto antidemocratico leggi che a chi dovrebbe rispettarle non stanno bene.

Conclusione-paradossale: dobbiamo aspettare che gli tirino in faccia i Bronzi di Riace o possiamo fermarci alla Torre degli asinelli?

Questo eterno ritorno del tema del regime si accompagna a promesse che non si possono mantenere: "mo Noriega lo processiamo", "mo lo sfiduciamo", "domani cade".

Si crea l'aspettativa, li si porta a Roma a festeggiare il 25 aprile.
Poi non casca.
E loro sfasciano la città.

mercoledì 15 dicembre 2010

Le dimensioni del centro.

Ceccarelli su Repubblica auspica la nascita di un Centro con la "c" maiuscola, ma se l'uomo-terzopolista è un animale razionale le dimensioni dell'iniziale del partito della nazione saranno sì maggiori di quelle delle varie Dc di Rotondi, Sandri e Pizza ma anche notevolmente inferiori a quelle raggiunte dalla balena bianca negli anni '80.

Se il terzo polo sarà, come tutti immaginano, un'aggregazione di amici degli amici, desiderosi di tornare a governare il Paese ottenendo il massimo dall'alleato di turno la curva che descrive l'utilità del singolo terzopolista in funzione delle dimensioni del partito è sicuramente concava.

Non è appetibile o ha un potere di negoziazione troppo ridotto, naturalmente, un poletto al 2%, ma il peso elettorale ottimale si arresta fra l'8 e il 10%, la soglia necessaria per ottenere un numero ragionevole di Senatori (non più di 20, ma tenendo conto dei risultati delle regionali si possono fare conti precisi) buoni per bloccare quella camera.
Numeri più elevati moltiplicano inutilmente i commensali coi quali la torta andrà spartita.

Pare evidente, allora, che imbarcare Fini sarebbe per Casini un'operazione a perdere: smarcato definitivamente l'ex segretario di An da Berlusconi ed assicuratasi la non autosufficienza di Pdl e Lega al Senato il potere di ricatto dell'Udc raggiunge il suo apice con l'incorporamento di Api ed Mpa, garantendo le dimensioni ottimali al Sud.
Lasciando solo al centro Fli, inoltre, si evitano noie tecniche e politiche certamente non irrilevanti:
- nome da indicare nel simbolo (lo sbarramento di coalizione al 20% è troppo rischioso, bisogna fare la lista unica);
- tirate laiciste e veti cattolici sull'uomo eterologo;
- ripartizione dei seggi fra un Udc dal peso noto (e stabile) ed un Fli che per ora si misura solo con sondaggi a risultato variabile;
- alleanza con il centro-sinistra quasi certamente sbarrata, con tutta la buona volontà di Bocchino e Granata sarebbe difficile mettere assieme Vendola e gli ex fascisti.

Insomma, se il coordinamento dei 100 parlamentari sembra già un mezzo eccessivo rispetto al fine (sempre ammesso che quest'ultimo sia negoziare col Governo singoli provvedimenti) a maggior ragione un cartello elettorale di pari dimensioni presenta svantaggi ulteriori.

Ma lo stagno da cui Berlusconi può pescare i suoi pesci piccoli da sommare ai 314 è oggi così largo da consentire di considerare plausibile (se non probabile) lo slittamento delle elezioni di almeno un anno.