sabato 12 gennaio 2013

Difendere il Focolare per conservare il Volksgeist



Non sfuggirà al più attento lettore dei grandi quotidiani italiani
- quello meno accorto, che si accontenta della rassegna stampa dell'on. Mineo su Rai-Al-Jazeera, non ci avrà fatto caso -
il fatto che le dimissioni del ministro bondi (prima) e del Presidente Berlusconi (dopo) hanno persuaso i Mercati ma non le Domus romane, che a Pompei continuano a crollare come se non fossimo divenuti il Paese normale che finalmente siamo.

Forse per reagire all'insolenza dei Lari il Presidente Monti decise all'epoca di aggiungere un tassello al suo progetto di rifondazione dell'italianità: la scelta tipicamente italiana di comprare casa per farne il fulcro dell'esistenza familiare doveva essere ostacolata.
L'affitto, si sa, rende più flessibili, vince le remore agli spostamenti ed incentiva la mobilità, unica via per la crescita.

Ma un governo liberale può fare una scelta del genere?

La scelta del Cav di centrare sull'abolizione dell'IMU sulla prima casa l'intera campagna elettorale è senza dubbio frutto di un calcolo elettorale,
ma accidentalmente risulta più liberale e rispettosa dell'indirizzo che lo Spirito del popolo sceglie di dare alla direzione dello sviluppo.

Il fallimento del governo Monti - lo certificheranno gli storici - trova le sue radici in questa ridicola e grottesca ambizione: raddrizzare un legno che reputano storto, ignorando il nesso fra vizi e virtù di un popolo ingovernabile.

La società civile arcitaliana, perciò, ripudia la scelta cinica del professore e combatte la sua salita in politica con il suo strumento preferito: la disobbedienza incivile.

Per queste ragioni stiamo tutti con il comandante Tullio Mastrangelo.

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